ROMA. Anche il 25enne Pompeo Barbieri, simbolo del riscatto di una intera generazione travolta dal terremoto e dal crollo della Jovine, quel maledetto 31 ottobre 2002, tra i Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italia­na. Si è svolta ieri mattina al Quirinale la cerimonia di consegna delle onorifi­ cenze dell’Ordine al Merito della Re­ pubblica Italiana, conferite “motu pro­prio” dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 20 dicembre 2019, a cittadini distintisi per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soc­corso, nella cooperazione internazio­nale, nella tutela dei minori, nella pro­mozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell’integrazione, della ricerca e della tutela dell’ambiente. La cerimo­nia, condotta da Eleonora Daniele, è stata aperta dalla proiezione di un fil­ mato realizzato dalla Rai e si è conclu­ sa con l’intervento del Capo dello Sta­to. Il Presidente Mattarella ha indivi­ duato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testi­ monianza dei valori repubblicani. Pom­peo Barbieri, 25 anni, Cavaliere del­l’Ordine al Merito della Repubblica Ita­liana: “Per il suo encomiabile esempio di reazione alle avversità e di impegno sociale”. Il 31 ottobre 2002, giorno del crollo della scuola “F. Jovine” di San Giuliano di Puglia, frequentava la clas­se terza elementare. Estratto vivo dal­ le macerie è stato ricoverato per gravi danni da schiacciamento e gli è stata riscontrata la lesione del midollo che lo costringe su una sedia a rotelle. Nel 2012, sempre a causa dei danni ripor­tati, è entrato in dialisi per una insuffi­cienza renale e sottoposto a trapianto di rene, donato dal padre. Frequenta l’Università degli Studi di Ancona, Fa­coltà di ingegneria informatica. Nel 2013, insieme ad altri sopravvissuti di quel tragico crollo, ha fondato l’Associazione di volontariato “Pietre Vive” che “nasce dal desiderio di gratitudine per il dono della vita perché ciò che ci era stato regalato potesse diventare un dono per gli altri”. Tramite l’Associazio­ne finanzia progetti di grande rilevanza sociale in Italia e all’estero.

Grazie alle terapie riabilitative in pisci­na ha scoperto la passione per lo sport diventando campione di nuoto paralim­pico. Il 4 marzo 2019 ha vinto due me­daglie d’oro nei 50 metri e 100 metri sti­le libero ai Campionati assoluti inver­nali nuoto paralimpico. (Fonte Quirina­ le.it).

Il discorso del Capo dello Stato «Benvenuti al Quirinale. Per me è dav­ vero un grande piacere accogliervi e consegnarvi, come ho appena fatto, le insegne delle onorificenze che espri­ mono la riconoscenza per i vostri com­ portamenti. So che molti di voi hanno manifestato sorpresa quando hanno avuto la notizia di questi riconoscimen­ti, e lo capisco. Non mi sorprende per­ ché pensavate, e pensate, di aver fatto semplicemente quel che vi appariva giusto nelle circostanze che si sono presentate o negli eventi che avete at­traversato. Naturalmente questa sor­presa accresce la riconoscenza. Per­ ché, come è ovvio, come è evidente dai vostri comportamenti, non lo avete fatto per ottenere la notorietà dei riflet­tori. Ed è veramente un motivo di rin­ graziamento forte che avverto nei vostri confronti. Aiutare delle persone in pericolo, impegnarsi per far superare condizioni di sofferenza e difficoltà, di emarginazione, di bisogno, impegnarsi per la cultura e la ricerca scientifica, adoperarsi per la difesa dell’ambiente, attivarsi per la legalità: sono tutte mani­ festazioni di un unico ambito, che è quello della solidarietà, del coraggio di essere solidali nei confronti di singole persone o della società nel suo com­plesso. Questo è ciò che significa av­vertire il senso di un destino comune della nostra convivenza in Italia, e non soltanto nei nostri confini, ma in un mondo che sempre più presenta sorti comuni nel suo futuro e nel suo pre­sente, addirittura. La solidarietà che avete manifestato non è soltanto altrui­smo. È invece – appunto ­ sentirsi par­ te di una comunità. E praticarla rende i cittadini protagonisti e costruttori della società. La spinta egoista va in direzio­ne dello star bene da soli. Invece il senso di solidarietà porta a sostenersi reci­procamente, all’avere bisogno degli al­tri per condividere speranze e difficoltà, e per camminare insieme, come nella convivenza è indispensabile. Talvolta leggo e ascolto alcune considerazioni piene di ironia nei confronti dei cosid­ detti ‘buoni sentimenti’. E va forse ripetuto, con chiarezza ­ con garbo ma con chiarezza ­ che preoccuparsi del bene comune, preoccuparsi degli altri, non è un’espressione buonista, da libro ‘Cuo­re’. È piuttosto l’esser consapevoli che la convivenza è questione comune; si­ gnifica rendersi conto che è necessario attivarsi concretamente perché la so­ cietà si sviluppi positivamente per il suo progresso in tutti i settori. Perché la solidarietà consente al Paese di crescere e progredire. La nostra Costitu­zione, all’articolo 2, appena dopo aver richiamato i diritti fondamentali di cia­scuna persona, indica espressamente i doveri inderogabili di solidarietà, per­ché c’è un legame strettissimo, inestri­ cabile, tra diritti e solidarietà. E questo è ciò che la nostra Costituzione indica e che, in realtà, voi avete ben compre­so e interpretato. Nella storia moderna e contemporanea ci sono due parole che hanno avuto grande successo, per fortuna: libertà ed uguaglianza. C’è chi mette di più l’accento sulla libertà, chi di più sull’eguaglianza, ma esprimono due valori, due principi fondamentali e irrinunciabili. Ma se non vi fosse accan­to ad essi il senso della convivenza ri­schierebbero di essere due parole in­ compiute. Una società fatta di liberi e uguali, ma non solidali, rischierebbe di essere sterile. E, in realtà, senza il sen­so della convivenza comune rischiano anche di venir meno la vera uguaglian­za e la vera libertà. Nel nostro Paese vi è tanta solidarietà. Vi sono molte radi­ ci, profonde, antiche: la sua civiltà, la sua cultura, il suo umanesimo. È un carattere tradizionale della nostra so­cietà, del nostro Paese. Ma la solida­rietà non si realizza per inerzia, auto­maticamente; va fatta vivere, pratican­ dola e realizzandola nelle varie stagio­ni, perché altrimenti si disperde. Ecco, questo è quel che avete fatto e quello che fanno anche, come voi, tante altre persone nel nostro Paese. Lo fanno e continuano a farlo. E voi, qui, li rappre­ sentate tutti. Vi è una cosa che vorrei aggiungere per rendervi informati. Ne­ gli ultimi tempi è cresciuta l’attenzione verso le onorificenze che si sono ripe­ tute in questi anni, grazie agli articoli dei giornali e alle trasmissioni televisive su questi riconoscimenti. E giungono al Quirinale molte lettere di persone che segnalano casi di comportamento vir­ tuoso. Non sono persone che candida­ no loro stessi, ma indicano altri che meriterebbero riconoscimenti. Sono lettere di persone della più varia e di­ versa estrazione, attività, condizione. Una lettera che mi è arrivata da Pavia conclude così, vorrei leggerlo: “credo sia importante farle sapere che ci sono cittadini così, credo sia importante far­le conoscere la loro dedizione e il loro impegno”. Ho poco da aggiungere: è necessario far conoscere quel che di bene avviene. Raccontarlo. Diffondere la notizia. Facendolo si rende anche un servizio alla verità e un servizio alla Repubblica».

 

Un simbolo del Molise dalle macerie della Jovine

Nota di giubilo da Donatella Perrella (Cip)

CAMPOBASSO. Anche il Cip, Comitato paralimpico del Molise, ha cele­brato ieri Pompeo Barbieri, come uno dei 32 eroi quotidiani. «È infatti sta­ to insignito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onori­ficenza al Merito della Repubblica italiana.

Un riconoscimento importante per Pompeo, 25 anni, una laurea in ingegneria informatica ed un passato che lo ha segnato profondamente. Nel 2002, quando frequentava la terza elementare, è rimasto per 11 ore sotto le macerie dopo il crollo della sua scuola, la ‘Jovine’, a causa del sisma che a San Giuliano di Pu­glia registrò la scomparsa di 27 bambini e della loro insegnante.

Da allora la paralisi per via della lesione del midollo e dieci anni dopo il trapianto di un rene donatogli dal padre. Lunghi ricoveri. Poi una difficile riabilitazione che, però, lo ha avvicinato al mondo del nuoto. Ed è proprio in vasca che Pompeo ha conquistato, tra tutto, due medaglie d’oro ai campionati italiani assoluti invernali di Bologna nei 50 e 100 stile libero. Un campione paralimpico che si è sempre distinto anche nel sociale, tan­to da fondare con gli altri ragazzi di San Giuliano di Puglia, l’associazio­ne Pietre Vive».

«Sempre sorridente e indiscutibilmente caparbio, a tratti timido ma asso­lutamente deciso a raggiungere gli obiettivi, Pompeo Barbieri è un gran­de atleta, un orgoglio», ha commentato il presidente del Cip Molise, Donatella Perrella.

martedì 18 febbraio 2020

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